Naturalmente nn si tratta di una canzone, ma di poesia. Naturalmente si tratta di Godano.
Naturalmente sto tornando a casa.
'La finestra socchiusa sfiora la sedia,
e fluisce un carezzevole soffio
che lambisce i miei piedi
con invisibile avvolgimento:
io penso all'effusione
di un abbraccio rapito ai dispetti del tempo,
a un amore caldo
come il raggio di luna degli innamorati.
E quando la luna verrà sarà la stessa di allora?
Quella che di noi farà di nuovo una cosa sola?
E quando la luna verrà sarà la stessa di allora?
Quella che dopo ci porterà alle carezze dell'aurora?
Il sole disegna mezzo cerchio esitante
su sbuffi di nuvole andate
e Oriente indorato risponde
all'acceso Ponente.
Guardo le rocce innevate nel blu luminoso:
sei là con lo sguardo,
lo stesso che mi hai regalato lasciandomi solo.
Ti ho persa quel giorno e mai più ho ritrovato
la scia deliziosa del tuo fascinare,
e se fosse successo mi avresti rivisto scodinzolare...
(devono aver diviso in due il mondo,
e penso di essere dalla parte sbagliata).
E quando la luna verrà sarà la stessa di allora?
Quella che di noi farà di nuovo una cosa sola?
E quando la luna verrà sarà la stessa di allora?
Quella che dopo ci porterà alle carezze dell'aurora?
Ora il sole disegna un commiato straziante
di squarci roventi fra nuvole ostili,
veloci nel giungere a frotte sui miei capogiri.
Nell'ombra
del monte
mi pento
di averti
lasciata
tornare.
E poi il buio: neanche un graffio di luna nel cielo!'