martedì, giugno 06, 2006

legala

se la addomesticassi, se diventasse la tua pianta,
se ti costrigesse ogni giorno a portarla all'aria aperta, se ti obbligasse ad annaffiarla,
se si ferisse, se si ammalasse,
non ti legherebbe ancora più stretto?
e non varrebbe la pena vederla ogni giorno crescere?

non risco a capire dove finisce l'affetto e dove inizia l'abitudine.

19 Comments:

At 07 giugno, 2006 09:51, Anonymous Anonimo said...

ma pensa un pò...da non credere.arriva l'alicce e salta il concerto...strano no????e così in bersaglio non si suona....e brava aidi!!!!!

 
At 07 giugno, 2006 15:41, Blogger aidi said...

ehhhh purtroppo tocca deluderti... non sarei potuta venire cmq al bersaglio per un appuntamento improrogabile...
comincio ad avere qualche sospetto sull'anonimo soggetto di questi commenti...

 
At 08 giugno, 2006 10:24, Blogger aidi said...

perchè cattiverie? non sono mai stata cattiva nella vita, figurati sul webbb...

 
At 08 giugno, 2006 10:25, Blogger aidi said...

e poi mica sono io a pensare cattiverie, casomai...

 
At 08 giugno, 2006 13:17, Anonymous Anonimo said...

Re: Legala
Solo una persona può aver articolato questo pensiero, brava aidi..
Cmq è l'affetto che fa iniziare tutto e porta avanti, poi non ci si accorge più che lo si fa per affetto, ma per abitudine, meccanicità, ecco quindi che pensi di farlo perchè devi e perchè l'hai sempre fatto, non perchè lo vuoi..

 
At 08 giugno, 2006 14:51, Blogger aidi said...

il senso del post era un po' questo... ma nell'abitudine non si può celare poi quell'adorabile senso di dovere che ti porta a legarti stretto stretto a una persona, a una pianta, a un animale, tanto che poi non riesci più a farne a meno? e poi ti guardi allo specchio e ti domandi quanto la vuoi accanto in quanto tale e quanto invece non riesci a farne a meno per paura di crollare sotto il tuo stesso peso. quanto assuefazione c'è? e quanto di male a essere drogati di qualcuno?

 
At 08 giugno, 2006 15:13, Anonymous Anonimo said...

Dipende cosa si intende per abitudine, personalmente per abitudine intendo solo una piatta fredda azione ripetuta che va inesorabilmente ad estinguersi.
E' un po' nella natura umana trovare un punto d'appoggio, e una volta trovato pensare a quanto male si starebbe se non ci fosse quel punto di riferimento,si tende a essere "conservatori", ma lo considero un pregio, non un difetto di fabbrica....

 
At 08 giugno, 2006 16:15, Anonymous Anonimo said...

ciao..non è che questo corso di laurea sulle piante ti porta a legarti ogni giorno di più a loro??e poi di che piante stavi parlando??piantine di quelle giuste o piante intese metaforicamente come qualcosa che vorresti veder crescere ogni giorno??qualcosa mi fa pensare che è la seconda accezione del termine..vabbè..

 
At 08 giugno, 2006 16:22, Anonymous Anonimo said...

beh..ho letto un po i commenti..bravo anonimo..anch'io personalmente credo nella nostra natura ad essere conservatori a cercare il proprio punto fisso e a cercare di non lasciarlo mai,perchè desideriamo che rimanga sempre lì..per noi,per la nostra sicurezza.."no alarms and no surprises,please.."
è una cosa più forte di noi ad essere drogati di qualcuno,alice,secondo me l'unico rischio risiede nel fatto che l'altra persona non sia drogata di te in maniera analoga alla tua..forse..

 
At 08 giugno, 2006 17:54, Anonymous Anonimo said...

è pieno d'anonimi qui.cosa dici aidi?
ma credo siate sulla strada sbagliata.
allora ci si vede presto.
max

 
At 08 giugno, 2006 20:59, Anonymous Anonimo said...

Bella lì, Angela, e son d'accordo pure sul finale-non finale.
Io non sono anonimo!Mi firmo pure con ♫, e poi è troppo bello, io so chi siete TUTTI voi e voi tutti non sapete chi sono!eheh a presto!

 
At 08 giugno, 2006 22:27, Blogger aidi said...

questo eheh ti ha fatto riconoscere caro anonimo... o forse no?
max quanto presto ci vediamo? sunday morning?
angelina sei troppo troppo troppo con i piedi per terra... e io ho bisogno di sognare ;-P

 
At 09 giugno, 2006 11:06, Anonymous Anonimo said...

La nostra vita è un film fatto di numerosissimi episodi in cui i protagonisti sono molto pochi e ci sono una marea di comparse che entrano nella nostra vita, possono starci poco o tanto tempo ma alla fine escono di scena. Le persone che rimarranno nel nostro film per sempre sono poche. Anche i nostri sogni sono comparse, non rimarranno con noi per tutta la vita. L'unica fortuna è che non ci possono essere diversi ciak per la stessa scena perchè le scene sono irripetibili; in questo modo non sapremo mai cosa sarebbe capitato se avessimo cambiato qualche cosa. Se siamo felici o infelici non potremo mai dire che se avessimo fatto nell'altro modo saremmo stati infelici o felici perchè non avremo mai la contro prova ed è questo che ci permette di non impazzire..

 
At 09 giugno, 2006 17:42, Blogger aidi said...

come fa questo anonimo a entrarmi in testa? sei forse l'analista che nn ho mai avuto?!?!
cmq sia io non la reputo tanto un fortuna questa storia che nn possiamo ripetere dei ciack... perchè ho sempre l'impressione che certe scene le avrei potute interpretare meglio...
sorridete, smile

 
At 09 giugno, 2006 18:53, Anonymous Anonimo said...

mmmhh....
Certamente, ma alla fine la reputo una fortuna, sicuramente se si tornasse indietro tutti vorrebbero comportarsi diversamente in determinate situazioni, per cambiare in un "ritenuto da sè stessi" miglioramento, ma lo definirei contro natura e contro la tua persona: quando interpreti la prima volta sei spontaneo, non forzato dai tuoi timori ad agire in una determinata maniera, sei come sei e basta.
Un ipotetico stravolgimento della tua passata realtà implicherebbe altri comportamenti, sia da parte tua, che da parte altrui, in un vortice di pseudo-ipocrisia ecc., don't you think so?!
PS: Scusate se un volgare Anonimo scorrazza liberamente qui dentro, non è mania di protagonismo o simili!

 
At 11 giugno, 2006 12:25, Blogger aidi said...

questo 'volgare anonimo' sarà maschietto???
chissà... resta che la parte della ricerca mi è sempre piaciuta più dell'arida scoperta, quindi in fondo va bene così!
dici un sacco di cose vere, mio caro (cara?), ma nn mi trovi d'accordo sul finale: e se fosse stata la prima reazione ad essere forzata? non è che rivivendo certe situazioni uno per forza le deve stravolgere... magari può semplicemente spingere meno, mantenere più carico sulla mongolfiera.
chè sennò poi, si sa, se voli troppo in alto rischi di scoppiare.

 
At 11 giugno, 2006 19:43, Anonymous Anonimo said...

Alla fine....parlo per me, quando ci si trova davanti a qualcosa, si reagisce in base a ciò che una persona crede e pensa; se fin da principio si reagisce in modo forzato è ovviamente un altro paio di maniche, resta il fatto che poi ci si trova a raccogliere ciò che si ha seminato..(^O^)

 
At 11 giugno, 2006 19:43, Anonymous Anonimo said...

 
At 18 giugno, 2006 20:16, Blogger aidi said...

io credo che non si agisca in modo forzato del tutto volutamente. a volte ti trovi in situazioni in cui o lotti o fuggi. e di fuggire casomai si ha voglia dopo...
così capita che si calca la mano dove si sarebbe potuto evitare, che magari il flusso naturale sarebbe venuto meglio. al contrario, ci sono occasioni di cui poi ci si pente di non aver osato. ma d'altronde siamo carne e sangue: niente ci attrae se non ce ne possiamo poi pentire.

 

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